BIOGRAFIA

Lorenza Mignoli nasce a Budrio. 

A 18 anni, dopo la maturità al liceo classico e guidata dalla sua aspirazione, è a Faenza dove si trattiene per qualche anno, prima per studiare ceramica e poi per lavorare presso una bottega locale di ceramiche artistiche. Terminato questo apprendistato sul campo, Lorenza torna a Budrio e lì fonda una propria Bottega artigianale di ceramiche, La Bottega Ceramica, continuando in parallelo la formazione presso studi di artisti fra cui Emidio Galassi e Giovanni Cimatti.

L’artigianato e l’arte corrono per lei su binari contigui che spesso si intrecciano. Nel 1993 compie uno studio e allestisce una mostra di proprie riproduzioni di antiche targhe devozionali in ceramica.

Da subito Lorenza, all’attività di produzione di ceramiche, affianca l’insegnamento: le piace usare l’argilla e la sua manipolazione per “far stare bene anche altri oltre lei”. Bambini, adulti, persone con una qualsiasi difficoltà: i suoi corsi e laboratori sono apprezzatissimi e terapeutici, in molti casi è il servizio di neuropsichiatria dell’Asl ad affidarle percorsi particolari.

Anche insegnamento e arte finiscono per fondersi e Lorenza nel 2006 inventa un percorso artistico nel quale guida i bambini delle scuole a progettare e creare con la ceramica vere e proprie opere d’arte, che vengono installate in spazi cittadini di Budrio. Nel 2016 Lorenza “esporta” in Umbria questa idea e guida i bambini di una scuola di Arrone (Terni) nella realizzazione di un grande murales in ceramica, lavorato sia in tecnica tradizionale sia in Raku.

Sarà l’Ocarina, lo strumento musicale nato a Budrio e a cui la città dedica un festival internazionale biennale, ad ispirare Lorenza nel 2015, per una esposizione davvero impegnativa: Guarda come son’Ocarina, liberi pensieri su uno strumento musicale tradotti in arte ceramica. Questa mostra viene inaugurata durante il festival dell’Ocarina e registra un notevolissimo successo. Decine di opere in cui la forma e il nome dello strumento budriese hanno condotto Lorenza in altri territori e mondi, spesso fantastici; le chiavi di lettura sono la leggerezza e l’ironia, le tecniche spaziano dalla ceramica tradizionale a due cotture alla ceramica Raku e dalla scultura alla pittura, Lorenza inoltre incomincia qui ad usare gli smalti affiancati, dati a pennello, per aumentare la brillantezza degli effetti cromatici.

La mostra del 2015 segna un giro di boa nella sensibilità di Lorenza: l’artigianato di produzione comincia a stringerle, la sua sensibilità la porta piuttosto verso l’espressione, verso il simbolo, verso una ricerca diversa, che segua la sua ispirazione. Decide di seguire un percorso nuovo e indipendente, come artista. Un gallerista, Cristiano Galassi, le dà quasi scherzosamente un tema, “Oggi”, e da questo immenso ma allo stesso tempo minuscolo concetto Lorenza crea le opere  per la mostra successiva: Tout ce qu’il faut, del 2016, installata presso la Sala Rosa di Budrio. Una splendida unione fra legno e ceramiche realizzate con la tecnica Raku. L’esperienza è intensa, chi visita la mostra sente e capisce il senso del discorso dell’artista. Con il titolo Non serve altro la stessa mostra viene riproposta alla galleria La Biznaga di Venezia, l'anno successivo, e richiesta ed esposta al Museo d'Arte Moderna Ca' la Ghironda che trattiene alcune delle opere per la propria esposizione permanente.

Nel dicembre 2018 una nuova mostra a Budrio con Giorgio Grassi ed Anna Magli: Storie di Terra, di Uomini, Mestieri, Stagioni. Qui nel lavoro dell'artista domina l'emozione. La ceramica e il soggetto della mostra sono solo mezzi che servono al Lorenza per approfondire il tema a lei più caro: quello delle dimensioni del tempo e dello spazio, partenza di una riflessione sull'esistere e sul senso della vita. Un'opera in particolare, in cui sono presenti più parole che ceramica, colpisce al cuore tutti i visitatori e li emoziona, alcuni fino alle lacrime.

Il percorso di Lorenza continua ......